Nata con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile, Il Maggio dei Libri è una campagna nazionale che invita a portare i libri e la lettura anche in contesti diversi da quelli tradizionali, per avvicinare coloro che solitamente non leggono ma che possono essere incuriositi se stimolati nel modo giusto.
Partendo da questo presupposto Caffè Corretto Associazione Culturale non può non riservare nel mese di maggio un’attenzione maggiore alla promozione della lettura, finalità essenziale delle sue attività.
A maggio parleremo di libri come sempre e ancor di più. Saremo in diretta streaming con il Book Festival di Catania dove dialogheremo con i sette autori in gara nella XI Edizione del Premio Letterario Caffè Corretto Città di Cave.
Porteremo le nostre letture in diretta streaming all’interno dell’evento promosso dalla Biblioteca Diocesana di Palestrina. Collaboreranno con noi gli studenti del Liceo Renato Cartesio di Olevano Romano. I lettori che compongono la totalità degli associati si incontreranno on line per raccontarsi emozioni e condividere critiche e commenti sui libri letti durante l’anno.
E’ sempre a maggio che la Giuria Popolare del Premio Letterario decreterà il vincitore 2021 tra i sette titoli in gara.
Nei numeri precedenti vi abbiamo già presentato alcuni dei libri finalisti. Oggi Giulia Velluti concluderà la presentazione dei “Magnifici sette” facendoci entrare nelle pagine dei romanzi “Solo un ragazzo” e “Le Creature”
Solo un ragazzo di Elena Varvello – Einaudi
L’estate del 1989 ha sconvolto per sempre l’esistenza di un’intera famiglia. Sono passati vent’anni da quando Sara e Pietro hanno perso il figlio: un ragazzo gentile, silenzioso, forse troppo tranquillo. Un adolescente che nell’incapacità di capirsi sperimenta il lato oscuro che fa capolino nella vita di molti. Che rumore fa il silenzio? L’assenza di voce, di parole, dei passi che abbiamo imparato a conoscere? I protagonisti superstiti di questa storia lo sanno. Ricostruiscono episodi per vedere ciò che non hanno visto allora, per discolparsi o per prendersi tutta la colpa, per perdonarsi o perdonare. Lo fanno attraverso i ricordi o con ciò che credono di ricordare, muovendosi tra un passato lontano e uno più vicino. L’assenza del figlio e fratello riempie le loro vite e l’intera lettura. Elena Varvello racconta una sofferenza collettiva e un dolore individuale, ma Solo un ragazzo è molto più di una storia raccontata bene. C’è un aspetto misterioso della vita, quello che a volte ci porta a rinnegarla, e in alcuni casi si tramuta in atti estremi. Da lì nascono domande, rimpianti, si cercano colpevoli. Il gesto misterioso e le azioni che lo seguono hanno origine entrambi da un dolore che non siamo abituati a sentire e a rispettare. L’autrice porta l’attenzione su quel lato oscuro, rendendoci partecipi dell’altro, consegnandoci il regalo più prezioso di cui la scrittura è capace: far vestire i panni di qualcun altro per spogliarsi da ogni tipo di giudizio. Lo scopriamo attraverso i protagonisti, risucchiati dalla stessa oscurità e incapaci di vedersi, incapaci di parlarsi. Che rumore fa un’assenza? Per una mamma è lo scricchiolio della neve calpestata, per noi è un urlo che esce dal libro e dice: guardatevi, parlatevi, toccatevi! Nell’oscurità di ciò che accade, nel romanzo emergono segni di vita attraverso i paesaggi silvestri e una ragazza giovanissima, figlia di un passato difficile. Avrebbe potuto saltare su una macchina e raggiungere un’altra vita, ma Vittoria resta, e inconsapevolmente, o forse no, è la protagonista di un salvataggio.