Il 5 febbraio 2024 si celebra la “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”, una giornata all’insegna della sostenibilità alimentare e ambientale. Per l’occasione, è stato intervistato Matteo Di Cola, founder di SMMACK Studio, un’agenzia di comunicazione che si occupa principalmente di strategia e gestione social nel campo food/beverage e hospitality.
- Il 5 febbraio 2024 si celebra la “Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”. Chi tra produttori, distributori e consumatori è il principale responsabile dello spreco alimentare (se ce n’è uno)?
- “Tutti e tre i soggetti contribuiscono alla reiterazione degli sprechi: il produttore spreca in forma minore perché tende a produrre in base alla richiesta che riceve; il distributore ha un tasso di spreco maggiore perché tende a fare magazzino per rifornire i suoi clienti anche se non ha la sicurezza di vendere determinati prodotti. Infine, il consumatore è sicuramente il maggior generatore di sprechi in quanto tende normalmente ad acquistare più prodotti di quelli di cui ha effettivamente bisogno”.
- Andiamo nello specifico, SMMACK Studio come agisce/reagisce in merito allo spreco alimentare?
- “Cerchiamo di mantenere un livello di sostenibilità molto elevato: tutti gli alimenti preparati per la realizzazione di shooting fotografici o video vengono poi consumati dallo staff del locale o dallo staff dell’agenzia o donati ai più bisognosi. Niente viene sprecato.”.
- Quali sono gli strumenti che un’agenzia di comunicazione legata al mondo food/beverage dovrebbe utilizzare per contrastare lo spreco di cibo?
- “Sicuramente adottare una strategia di pianificazione dei piatti in uscita per la realizzazione dei contenuti in accordo con il locale di riferimento. Infatti, le tempistiche sono molto importanti sia a livello di shooting, e quindi di immagine, che di gestione sostenibile degli alimenti. Lo shooting è contraddistinto da una realizzazione contenutistica rapida, volta a non sprecare il cibo a disposizione”.
- Oggigiorno i social caratterizzano il nostro quotidiano, creano tendenze, influiscono sui nostri comportamenti. Possono i social convertire le cattive abitudini relative allo spreco alimentare? Se sì, in che modo?
- “I social sono da sempre un’arma a doppio taglio, possono influenzare negativamente o positivamente le persone. Il nostro obiettivo da cultori del mondo mediatico deve essere, ogni qualvolta c’è l’occasione, quello di sensibilizzare il più possibile le persone verso tematiche così importanti come lo spreco alimentare; parlandone con termini chiari e seri quanto basta e ogni volta dare il buon esempio. Inoltre, è molto importante considerare i parametri dei target di riferimento e adottare forme comunicative correlate, senza snaturare l’aspetto contenutistico del progetto”.
- Data la sua consolidata esperienza nel settore della comunicazione strategica inerente al food, specialmente in ambito social, la lotta agli sprechi può diventare in futuro un trend appetibile per gli influencer?
- “Assolutamente sì. Non a caso le tematiche green sono argomento di tendenza sui social già dal 2023 e già in forte espansione nel 2024. Come detto in precedenza, i social e i protagonisti dei social, gli influencer, stanno sperimentando nuove forme di comunicazione al fine di realizzare contenuti educativi”.
- In conclusione, quali sono i progetti futuri di SMMACK Studio relativi alla prevenzione dello spreco alimentare?
- “Il nostro obiettivo è quello di portare i nostri clienti più giovani e digitalizzati a utilizzare piattaforme ed applicazioni contro lo spreco che garantiscono agli utenti le rimanenze alimentari dei ristoranti a prezzi modici. Già ne esistono diverse e stiamo attuando questo processo con i nostri clienti. Altro obiettivo importante per la nostra agenzia è portare la nostra clientela più “avanti” d’età a valutare iniziative sul tema coinvolgendo enti di beneficenza”.