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Giornata Nazionale del Rispetto sensibilizzazione e tributo al giovane eroe coraggioso

Il 20 gennaio 2025 è stata una data che ha segnato profondamente non solo la comunità di Colleferro e l’intera nostra Nazione. Il giovane Willy Monteiro Duarte, proprio nel giorno che avrebbe compiuto 26 anni, è stato commemoratocon l’inaugurazione di un momumento, intitolato “Il coraggio del sorriso”,  da una moltitudine di persone che ha gremito, nonostante il meteo molto incerto, la Piazza Bianca di Colleferro a lui dedicata, luogo dove svolse la terribile vicenda che nel 2020 quando, in soli 50 secondi, venne strappato alla vita con una violenza inaudita per aver cercato di proteggere un amico. Tantissimi hanno partecipato alla commemorazione e all’inaugurazione del monumento simbolo di coraggio, amore e rispetto. La giornata non è stata solo un tributo alla memoria di Willy, ma anche un momento di riflessione sui valori del rispetto, della non violenza e della solidarietà, sanciti dall’istituzione della Giornata Nazionale del Rispetto, celebrata per la prima volta nel 2025.

La Giornata del Rispetto, istituita ufficialmente con legge nel maggio 2024 (Art. 4 Legge 17 Maggio 2024 n. 70) celebra nel giorno della nascita di Willy, brutalmente assassinato il 6 settembre 2020 per difendere un amico in difficoltà.L’obiettivo è sensibilizzare la società, in particolare i giovani, contro il bullismo, il cyberbullismo e ogni forma di discriminazione. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza di “rispetto come valore universale in ogni dimensione”, ribadendo che in esso risiede l’antidoto contro l’odio, la violenza e la prepotenza, spesso espressione di fragilità e incertezze.

«Rispetto è segno di maturità: significa scegliere di godere della propria libertà appieno, in armonia con gli altri e con sé stessi»,

ha dichiarato Mattarella, invitando tutti a riflettere sull’importanza di questo valore, che deve essere promosso da famiglie, insegnanti e istituzioni. La cerimonia, svoltasi a Colleferro, dove Willy è stato ucciso, è stata un’occasione straordinaria per riaffermare questi principi. Il momento culminante è stato l’inaugurazione del monumento “Il coraggio del sorriso”, realizzato dall’artista Simona Morelli. La scultura, che rappresenta Willy con un sorriso e le braccia aperte, simboleggia il suo atto di generosità e coraggio. Il monumento è stato collocato in Piazza Bianca, a Colleferro, un luogo che ricorda il sacrificio del giovane, dall’epoca dei fatti eletto luogo di riflessione e di educazione al rispetto.

Nel corso della mattina, il Sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna, insieme a numerosi esponenti delle istituzioni, ha preso parte alla commemorazione. Hanno partecipato, tra gli altri, il Vescovo di Velletri-Segni S.E. Mons. Stefano Russo, che ha benedetto il monumento, e i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali. Ma ciò che ha reso l’incontro ancora più significativo sono stati gli interventi dei familiari di Willy, della mamma, la signora Lucia, e della sorella Milena, che hanno toccato il cuore di tutti i presenti. La signora Lucia, la madre di Willy ha espresso parole cariche di valori, una guida luminosa per continuare a vivere in equilibrio:

(…) Ringrazio gli amici di Willy per tutto l’affetto che hanno dimostrato, per aver condiviso momenti della loro vita con lui ed in modo particolare quelli che erano presenti quel giorno, voglio dire loro di vivere la loro vita con serenità, di non odiare, di non cercare vendetta, ma cercare di essere felici perché sono sicura, sarebbe quello che vorrebbe Willy. Un grazie a quanti sono presenti e sempre vicini. Voglio ringraziare il Governo Italiano per avere trasformato il compleanno di Willy in una giornata così importante per tutti.

RISPETTO è una parola di grande significato e necessaria in questo mondo che stiamo vivendo, questo mondo così difficile e spero che questa giornata sia motivo di riflessione.
Ringrazio tutte le scuole, i bambini e gli studenti che gli hanno dedicato un disegno o un pensiero».

Il suo intervento ha evidenziato la forza di un amore materno che, nonostante la tragedia, ha saputo trasformare il dolore in un messaggio di pace e speranza. La madre ha poi ringraziato il Governo per aver istituito la Giornata del Rispetto, una legge che permette di onorare la memoria del figlio, trasmettendo i suoi valori a una generazione di giovani che spesso si trova a dover fronteggiare situazioni di bullismo e violenza.

Anche la sorella di Willy, Milena, ha voluto condividere il suo pensiero con i presenti, leggendo un messaggio scritto da una cugina:

«Nel cuore di chi ti ha amato la tua luce brilla ancora, in solo ventun’anni hai lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti noi, la tua energia, il tuo sorriso, la tua generosità rimarranno per sempre nei ricordi di chi ti ha conosciuto.
Sei stato l’amico leale, un figlio devoto, un cugino fantastico, un ragazzo che con il suo cuore grande ha saputo donare allegria e amore a chi ti stava vicino, la tua risata, i tuoi abbracci, la tua gioia di vivere sono il nostro ricordo più prezioso. Willy per sempre con noi».

La famiglia di Willy, con le sue parole, ha invitato tutti a seguire l’esempio di coraggio e generosità che Willy ha lasciato,un monito contro l’odio e la violenza.

Molte le autorità politiche, civili, religiose e militari presenti, tante delle quali hanno partecipato anche alla seconda parte della giornata svoltasi presso il Liceo Marconi di Colleferro, dove le istituzioni hanno vissuto un momento di incontro e riflessione con gli alunni. Tra coloro che sono intervenuti,  oltre al primo cittadino Pierluigi Sanna, il Vescovo della Diocesi Velletri-Segni S.E. Mons. Stefano Russo, il ViceSindaco Giulio Calamita, l’Assessore al patrimonio e alle opere pubbliche Sara Zangrilli, l’Assessore all’istruzione Diana Stanzani,  il Consigliere delegato dell’Ambasciata di Capo Verde Dott. José Carlos Mendonça, i Senatori Giorgio Salvitti e Filippo Sensi, l’On. Alessandro Palombi, l’On. Michela Di Biase, l’On Augusta Montaruli prima firmataria della legge che ha istituito la giornata del rispetto, il Presidente del Tribunale di Velletri Antonino La Malfa, i dirigenti scolastici Daniela Michelangeli (Itis Cannizzaro) ed Antonio Sapone (Polo Liceale G. Marconi), il Consigliere di Città Metropolitana Daniele Parrucci, per la Regione Lazio Flavio Cera, Eleonora Mattia, Emanuela Droghei, Luciano Nobili, i rappresentanti di istituto, tanti sindaci ed amministratori di altre città, altre cariche militari e forze dell’ordine. Il monumento di Willy, benedetto dal Vescovo Stefano Russo, come ha spiegato l’artista Simona Morelli, non vuole essere solo un’opera d’arte, ma un messaggio forte e chiaro contro ogni forma di violenza. La scultura, infatti, è stata concepita non solo per ricordare il ragazzo, ma per sensibilizzare tutta la comunità al valore della protezione reciproca, della solidarietà e della non violenza. 

«L’opera vuole rappresentare il gesto generoso di Willy nel proteggere i suoi amici»,

ha dichiarato l’artista, sottolineando che la sua scultura è un invito a riflettere sulle ingiustizie e a contrastare ogni forma di prepotenza. La Giornata del Rispetto è quindi una sfida a cambiare mentalità. In tal senso, il Sindaco Pierluigi Sannaha sottolineato che il monumento è un simbolo non solo di memoria, ma anche di speranza per un futuro migliore. Durante il suo intervento, ha ricordato che Colleferro è una città che ha conosciuto il dolore, ma che, grazie all’impegno delle istituzioni e dei cittadini, sta costruendo una nuova cultura basata sul rispetto reciproco.

La cerimonia in Piazza Bianca, coordinata dalla dott.ssa Caterina Iacono, è iniziata le parole del Vescovo S.E.  Mons. Stefano Russo:

“Nel luogo dove il giovane Willy è stato vittima innocente di un’assurda violenza ed inaudita prepotenza, la comunità di Colleferro nel giorno del suo compleanno inaugura un monumento a suo ricordo a memoria del giovane ucciso e di quei grandi valori che ci ha lasciato.
Questo monumento e di cambiamento per tutti i giovani del nostro territorio, per la città di Colleferro e dell’intera società. Non è soltanto un omaggio alla memoria di Willy posto come esempio di fronte a tanti giovani che si incontrano in questa piazza, ma vuole esprimere un chiaro messaggio contro ogni forma di violenza contro ogni forma di violenza e discriminazione, che stimoli tutti noi a riflettere sull’urgenza di un cambiamento di mentalità per promuove sempre di più i valori del rispetto reciproco, dell’accoglienza, della non violenza, della pace. È questa la sfida che le Istituzioni, la Chiesa, le Parrocchie, la Scuola, le Famiglie, le Associazioni e tutta la comunità intera oggi è chiamata ad affrontare. So che a Colleferro questa sfida è stata già raccolta, attraverso l’impegno e le iniziative promosse dal tavolo tematico sui giovani a cui partecipano tutte le agenzie educative della città, per costruire itinerari e progetti che contribuiscono a far crescere nei giovani i valori che Willy ci ha insegnato».

Nel corso della cerimonia, scoperto il monumento, il dott. Carlos Mendoza dell’Ambasciata di Capo Verde ha espresso il ringraziamento suo e del Console per l’attenzione e la vicinanza per la vicenda di Willy che ha colpito tutta la comunità di Colleferro e l’Italia intera, così come la collettività capoverdiana.

L’Assessore alla cultura di Colleferro Sara Zangrilli, dopo aver letto il messaggio inviato dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, impossibilitato ad intervenire, che ha sottolineato:

«(omissis) Il monumento a lui dedicato da oggi sarà un modo per custodirne l’esempio, non solo nella memoria di coloro che hanno dolorosamente assistito al suo sacrificio, ma anche di tutti coloro che non l’hanno conosciuto, delle generazioni che verranno e che, nel suo atto di coraggio, troveranno una ragione di più per orientare la propria vita alla generosità e all’altruismo (…)»,

ha concluso dichiarando l’importanza della cerimonia che chiude l’iter iniziato un anno dopo la morte di Willy con l’intenzione di dare luce ad una piazza che esisteva già, ma che oggi si apre alla città. Una piazza che ci ricorda e ricorderà cosa è successo quella tragica notte tra il 5 e 6 Settembre 2020 e sia monito per tutti i giovani perché quello che è successo non debba più accadere e ricordare come per Willy l’amicizia era un valore importantissimo da difendere.

«Formalmente chiudiamo qui quello che è stato un cantiere aperto l’anno successivo alla morte di Willy con il rifacimento della piazza e ad oggi con la posa del monumento, frutto di un concorso di idee nazionale, vinto dall’artista Simona Morelli che ha realizzato il monumento».

L’Assessore Zangrilli ha poi rivolto un ringraziamento alla Regione Lazio che nel 2021, con un primo contributo finanziario, ha consentito di iniziare i lavori. L’attore e performer Maurizio Mosetti ha poi letto una poesiadell’architetto e poeta Antonio Centra, dal titolo “Morte nera”, dedicata all’eroico gesto di Willy. Il Deputato On.le Alessandro Palombi ha espresso

emozione per la partecipazione ad un evento di così grande partecipazione alla prima “Giornata del rispetto”, istituita per ricordare Willy nel giorno del suo compleanno, una giornata che rappresenta i valori che tutti noi dovremmo condividere e trasmettere alle nuove generazioni».

La deputata On.le Michela Di Biase si è rivolta alla mamma ed alla sorella di Willy proprio per le loro parole straordinarie e l’invito a non coltivare l’odio e la vendetta.

«Nessuno può scegliere come morire ma si può scegliere come vivere e Willy con la sua scelta, con il suo coraggio, con la sua bontà d’animo ha dimostrato che esistono persone buone e persone che non lavorano per il bene. (…) dobbiamo lavorare affinché nella nostra società restino sempre vivi atteggiamenti come quelli che Willy ha portato avanti il rispetto dell’altro, l’aiutare l’amico in difficoltà».

In chiusura di manifestazione c’è stato l’intervento del Sindaco Pierluigi Sanna. 

“Grazie a tutti, io rivolgo il saluto della città a tutte le Autorità civili, militari e religiose presenti, ringrazio il Vescovo che ci ha dovuto lasciare per un’importante iniziativa dell’Arma dei Carabinieri a Velletri, ringrazio tutti i colleghi Sindaci presenti da ogni parte della Provincia di Roma e della Provincia di Frosinone, ringrazio il Presidente del Tribunale, gli Onorevoli Consiglieri Metropolitani, gli Onorevoli Consiglieri regionali, gli Onorevoli Deputati e Senatori, i Rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle Associazioni combattentistiche e d’arma, i cittadini e le cittadine e soprattutto, lasciatemelo dire, questi nostri ragazzi ai quali più di tutti dedichiamo questa giornata, i ragazzi delle scuole superiori, i ragazzi delle scuole medie ed elementari ed i bambini della Scuola Barchiesi, che è la scuola più antica della città e che hanno frequentato sia Willy che Milena.

A Lucia, ad Armando e a Milena va un saluto particolarmente affettuoso So bene che, in queste occasioni, ogni parola rischia di diventare superflua. Per secoli e secoli c’è stata una forza più forte della parola, la forza dell’arte, la forza dei simboli. Nel Medioevo, in epoche nelle quali le persone non sapevano né leggere, né scrivere, dove i libri non erano alla portata di tutti, la forza dell’arte, la forza dei segni è stata l’unica in grado di mandare dei messaggi. 

È per questo che la Giunta Comunale, il Consiglio Comunale tutto ha scelto anche in quest’oggi, nella giornata che il Parlamento Italiano, al quale non possiamo che essere grati, ha dedicato al rispetto, contro il bullismo, proprio nel giorno del compleanno di Willy, come ha detto Lucia prima non avrebbe voluto certo trascorrere in questa piazza, proprio in quest’oggi nella Piazza Bianca, anche in questo caso un simbolo, il colore, il lutto della comunità capoverdiana alla quale va il nostro saluto affettuoso che spero il consigliere possa riportare a Sua Eccellenza l’Ambasciatore di Capo Verde a Roma, proprio in questa piazza di pietra, anche in questo caso un simbolo, simbolo di immortalità come sempre da secoli l’uomo ha scelto la pietra, il travertino in questo caso, il marmo bianco delle nostre zone come simbolo di immortalità, noi abbiamo voluto coronare un percorso iniziato da lontano, un percorso che vuole simboleggiare, per i ragazzi che frequentano queste scuole, per i ragazzi che ogni giorno prendono il pullman su questa banchina, per i ragazzi che frequentano quei ristoranti, per i ragazzi che abitano questa città, per i ragazzi che studiano in quella biblioteca, per i ragazzi che frequentano l’archivio o che vanno in Museo, per le ragazze che frequentano il consultorio, per tutte le persone che abitano questi quartieri e questa città un segno indelebile, un segno non solo chiaro, ma anche in grado di smuovere qualcosa dentro, di innestare qualche interrogativo. (…)

Siamo una città che ancora si deve vestire dei panni della città d’arte, siamo circondati da città che hanno monumenti, piazze, castelli che secoli e millenni di storia hanno adornato per tanti versi; noi no, noi (cittadini di Colleferro n.d.r.) quest’anno facciamo novant’anni, noi abbiamo gli stabilimenti, abbiamo le case per gli operai, una città fatta mattone su mattone dalle lavoratrici e dai lavoratori che per oltre un secolo hanno dimostrato che si può cambiare le cose. Noi abbiamo tre monumenti: quello ai Caduti della 2^ Guerra Mondiale a Piazza Mazzini, quello che sta a Via Caduti del 1938 che ricorda ancora oggi lo shock che questa comunità ha avuto quando il 29 Gennaio 1938 è scoppiato lo stabilimento e sono morti 60 operai e 1500 sono rimasti feriti e quello alle nostre spalle dedicato ai Caduti sul Lavoro, perché i colleferrini non sono morti solo nel ’38 , sono morti sempre per tanti anni e sempre sul posto di lavoro, ultimo il giovane Sinibaldi nel novembre del 1919. A questo eravamo abituati, ce lo dobbiamo dire, lo mettevamo in conto, come comunità territoriale, che in questa città si potesse morire in reparto, durante il turno perché qui ci sono stati morti ed invalidi che hanno coinvolto anche lavoratori di altri paesi, ma che potesse essere ucciso un ragazzo questo non l’avevamo messo in conto e nessuno di noi l’avrebbe mai immaginato, neppure per il M.llo Carella che sempre ringrazio e che quella notte penso abbia trascorso l’esperienza più brutta della sua vita in servizio. La nostra storia questo non lo calcolava, non l’aveva messo nel novero delle possibilità, in questo senso noi ci siamo scottati e questa scottatura, questa bruciatura non passa mai, in questo giorno, in ogni giorno dell’anno, non passa in quel giorno o in quella notte di Settembre che molti di noi hanno impressa nella mente. Il monumento è apparentemente voltato rispetto a voi, a noi che siamo seduti da quella parte, ma vi assicuro che è rivolto dalla parte giusta, chi c’era sa a cosa mi riferisco.

So bene quanto lavoro c’è stato, sono passato per settimane, come tanti di voi, in questa piazza, ho visto il ponteggio, la luce accesa di notte, per settimane sotto la pioggia, di domenica ho visto Simona Morelli e gli operai affaccendati, ho visto tanti ragazzi venire qui quando si sono tagliate le pietre ed i vetri per fare i mosaici, magari anche per gioco. Non la faccio troppo lunga, non siamo qui per ascoltare le parole, ma per cogliere i segni, per ritrovarci e far si che tra venti, trenta o quarant’anni non si dica che questo sacrificio sia stato vano, sarebbe una grande tragedia ancor di più per la famiglia, ma anche per noi come rappresentanti delle istituzioni. 

Giovedì aspettavamo la conclusione del processo, invece non si è concluso, anche questo sarà un segno cara Lucia, ci vorrà qualche udienza in più, aspetteremo con la pazienza che voi ci avete trasmesso. Il vostro esempio, quello della famiglia, la vostra fermezza, ma anche la vostra gentilezza, la vostra sobrietà, il vostro contegno, questa è forse la parola giusta, è stata d’esempio che per tutti i rappresentanti delle Istituzioni, che in questi quattro anni e mezzo, hanno avuto l’occasione di percorrere questo luogo. Il mio è un saluto d’affetto a voi e a tutte le persone che sono qui, non sono stati anni semplici per nessuno di noi, il mio è un saluto di stima molto profonda, ma è soprattutto un saluto di speranza, questo si come ha detto il nostro Vescovo all’inizio, che parla sempre per segni anche lui come tutte le persone colte, l’ha detto il Vescovo facendo riferimento alla firma del manifesto “parole ostili”, ho visto la Dirigente Scolastica del Cannizzaro alla quale unitamente agli altri Dirigenti Scolastici rivolgo un saluto di stima, quel manifesto, le politiche giovanili in generale, di cui ha parlato anche Sara all’inizio e di cui abbiamo parlato tante volte con Diana, fanno parte di una grande scommessa, non siamo giudici, non possiamo noi processare nessuno, non possiamo noi arrestare nessuno, non possiamo noi che far altro che consolarvi di questo grande dolore. 

Possiamo però cercare di educare, cercare di dare alle nostre scuole gli strumenti idonei per costruire una società diversa, una società dove non ci sia la possibilità della banalità del male che Hannah Arendt più volte ci ha spiegato cosa possa significare quando giunge al massimo della sua potenza. Per dire no alla banalità del male ai nostri ragazzi deve essere chiaro il concetto della grandezza del bene che può stare, come disse Foscolo alla fine del suo percorso, nell’urna dei forti. Noi immaginiamo che oltre quel piccolo posto che Willy occupa nel Cimitero di Paliano, che è anche il cimitero dei miei nonni, possa essere un grande posto se nei luoghi più importanti che lui ha percorso, compreso l’ultimo, compresa questa piazza, ci sia la possibilità che l’urna dei forti siano d’ispirazione per tutte coloro e per tutti coloro che nei decenni a venire ripercorrano e trovino in esse l’ispirazione vera».

Dopo la cerimonia in piazza, il Liceo Guglielmo Marconi di Colleferro ha ospitato un incontro con gli studenti, per approfondire il tema del rispetto nelle scuole. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con le istituzioni, ascoltare le storie e partecipare a riflessioni collettive che li hanno coinvolti emotivamente.

Attraverso l’istituzione di questa giornata e l’inaugurazione del monumento dedicato a Willy si spera di sensibilizzare le nuove generazioni sul valore del rispetto, della difesa dell’amicizia e della lotta contro la violenza. Willy, con il suo coraggio, è diventato un esempio per tutti, e la sua memoria continuerà a vivere nei cuori di chi crede che una società migliore sia possibile, fondata sulla solidarietà e sul rispetto reciproco.

Alessandra Battaglia